La chiesa di San Bartolomeo in Pantano
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La chiesa di San Bartolomeo in Pantano fu edificata insieme al monastero verso la metà dell'VIII secolo, dal longobardo Gaidoaldo, archiatra dei re Desiderio e Adelchi. Alla metà del XII secolo l’edificio venne rinnovato ed ampliato, suddividendolo in tre navate e dotandolo dell'abside a due ordini di monofore.
Diversi ordini si alternarono nel monastero. I Benedettini fino al 1443, i Canonici regolari lateranensi fino al 1778 e i Vallombrosani della chiesa di San Michele in Forcole fino al 1810. In seguito e fino ad oggi, la chiesa divenne parrocchia, mentre il convento assolve ora usi civili.
La facciata fu eseguita in due momenti diversi: durante la costruzione della chiesa e nell’opera di ampliamento del XII secolo. È scandita da cinque arcate su colonne ed è aperta da tre portali. Quello centrale presenta un'architrave lavorata a bassorilievo, raffigurante due leoni affrontati che trattengono tra le zampe un uomo e un uccello. Venne edificata con l'impiego di conci di pietra squadrati e marmi bianchi e verdi.
L'interno è a tre navate con copertura a volte a crociera in quelle laterali e a capriate in quella centrale, suddivise da colonne con capitelli romanici scolpiti con figure zoomorfe, antropomorfe e fitomorfe. Negli anni sessanta del Novecento fu restaurata riportando l’edificio all’antico splendore romanico e mostra oggi una bellissima calotta absidale con l’affresco tardo duecentesco del Cristo in Mandorla tra i santi Bartolomeo e Giovanni Evangelista, di Manfredino d'Alberto.