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MONTORSAIO
Montorsaio Montorsaio
Adagiato sulla vetta di un promontorio a ovest del capoluogo comunale, Montorsaio era famoso per le miniere di argento e piombo. Il paese venne fondato nel Medioevo e sottoposto nel corso dei secoli alla giurisdizione di varie signorie, tra le quali gli Ardengheschi. Verso la metà del XIII secolo divenne possedimento dei senesi prima e della famiglia Salimbeni poi fino alla fine del XIV secolo. Con Siena il borgo, nel XVI secolo, venne annesso al Granducato di Toscana.
Piccolo gioiello dell’architettura del tempo, con case disposte in cerchi concentrici, il paese custodisce i resti del vecchio cassero senese, di cui restano oggi porzioni del basamento a scarpa e tracce di un portale ad arco ogivale. La chiesa dei Santi Cerbone e Michele, menzionata nel 1188, prende la sua denominazione dallo scomparso romitorio di San Michele Arcangelo, sito fuori le mura. Organizzato su pianta rettangolare e ad aula coperta, l’edificio sacro fu vittima di numerosi interventi di restauro, avvenuti soprattutto nei secoli XVII e XIX. In origine custodita nella chiesa vi era una Madonna col Bambino di Sano di Pietro, oggi esposta nel Museo Diocesano di Grosseto. Sull'altare della chiesa si può ammirare una riproduzione dell’opera, intitolata alla Madonna del Refugio. Nella sagrestia si trovano due meravigliosi armadi lignei intagliati con festoni, realizzati tra il XVI e il XVII secolo.
L’altro edificio religioso, posta nella stessa piazza, è l’oratorio del Crocefisso, poi trasformato nella chiesa parrocchiale della Compagnia della Santa Croce. Al suo interno è custodito un bell’altare settecentesco e una scultura lignea rappresentante la Vergine Annunciata, riferibile a modelli tardotrecenteschi di Mariano d'Angolo Romanelli.
Alle pendici di Monte Leoni sorgono invece i resti del Convento di San Benedetto alla Nave e i ruderi del castello di Monte Leoni, citato fin dal 1188.
In origine possedimento dei Benedettini, nel 1428 passò nelle mani dei Francescani. Nel XV secolo divenne riparo dei frati seguaci di fra' Dolcino, in fuga dalla Francia con l’accusa di eresia. Il convento fu abbattuto nel 1751 e adibito a fabbricato rurale. Solo alcune tracce presenti nelle pareti rimangono dell’impianto originario del complesso. Dell’antica cappella restano invece muri laterali in cui si trovano finestre ad arco a tutto sesto.

Fotografia: candido33

Per approfondire:
Borghi di Campagnatico



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