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LA BADIA A TAONA
La badia a Taona La badia a Taona
Di antica origine, l’abbazia di San Salvatore venne citata all’inizio dell’anno Mille in un atto di donazione al monastero del marchese Bonifacio. Sorse in posizione strategica sul crinale appenninico, tra le valli delle tre Limentre, dell'Agna e della Bure, a controllo delle principali strade di valico. Possedimento dei monaci benedettini Cluniacensi, passò ai Vallombrosani e raggiunse il suo momento di massimo splendore tra l’XI e il XIII secolo, grazie al sostegno di molte famiglie nobili. Nella bolla di papa Urbano II del 1090, l’abbazia appare come dipendente dell'abbazia di Vallombrosa. Le donazioni si successero negli anni, grazie al vescovo Vittore, al vescovo Lamberto, a Matilde di Canossa e ai conti Guidi e il territorio controllato raggiungeva Montemurlo e Masiano a sud e Montecavalloro, Lissano e Savignano nella valle del Reno a nord. Dopo quest’epoca, l’abbazia decadde rapidamente a causa delle guerre che interessarono la zona. I monaci si trasferirono al monastero vallombrosano di San Michele in Forcole a Pistoia e l’abbazia fu soppressa. Nnel 1370 è già documentata come rudere. Verso il 1570, i resti dell’abbazia e il suo territorio vennero affidati alla famiglia fiorentina dei Pazzi, che la tenne fino al 1922, quando venne venduta alla famiglia Lombardi di Iano a cui tuttora appartiene.
I pochi ruderi rimasti si trovano isolati nella foresta dell’Acquerino e in parte vennero usati nel secolo scorso per la costruzione di una piccola cappella e di alcuni edifici rurali.

Fotografia: Comune di Sambuca Pistoiese

Per approfondire:
Le chiese di Sambuca Pistoiese



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